All'interno della mia petizione n° 707, che presentai al Senato nel febbraio 2000, figura anche un mio progetto volto ad istituire "Uffici all'Innovazione". Tali miei suggerimenti, che autenticai per la prima volta il 18 ottobre 1999 e presentai anche al Comune della Spezia, già nel gennaio 2000, hanno anticipato, e forse anche portato:

  • al successivo impiego di tale denominazione nell'identificare e caratterizzare alcuni Ministeri (nel primo Governo Berlusconi, difatti, né tanto meno prima, mi pare figurasse un Ministero richiamante il termine innovazione, come è avvenuto invece, successivamente nel giugno 2001, con Luigi Stanca, primo Ministro dell'Innovazione e delle Tecnologie);
  • alla legge Napolitano-Vinieri, 267/2000, relativa alla costituzione delle Consulte territoriali, attraverso cui i cittadini possono far pervenire alle amministrazioni comunali: proposte, petizioni, interrogazioni, su tutti gli argomenti di loro interesse (fonte: La Nazione del 16/07/2001). Da segnalare in merito che nella mia petizione ipotizzai, già, la possibilità di dare vita ad Uffici all'Innovazione, non solo a livello centrale, ma anche a livello dei singoli enti locali, e che tra le loro funzioni vi erano proprio quelle di accogliere, sviluppare e premiare le proposte dei cittadini;
  • all'avvio del Piano Strategico nella mia città (cui l'amministrazione dell'epoca diede molto risalto e puntò molto) che prevedeva, tra le altre cose e al pari dei miei suggerimenti, la possibilità di raccogliere, come visto, proposte dai cittadini (questo avvenne materialmente nell'estate 2000).
  • ad iniziative come "Burocrazia Diamoci un Taglio", e simili, a partire dalla fine del 2011 e ad opera del Governo Monti, volte sempre a raccogliere suggerimenti dai cittadini.
  • Il mio progetto, inoltre, includeva già:

  • i principi della meritocrazia (prevedendo, ad esempio, la possibilità per i proponenti, - le cui proposte fossero state attuate, o comunque sia ritenute meritevoli - di aggiudicarsi punteggi spendibili in sede di prove concorsuali).

    Un'indicazione, quindi, sulla possibile valutazione e riconoscimento della propositività nella P.A., ma non solo.

A fondo pagina riporterò il testo completo
della mia petizione, ma prima:

segue il link ad una mia autentica
alla posta del 18/10/1999, in cui
è possibile ravvisare, la mia prima
ipotesi di Ufficio all'Innovazione

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seguono i links a tre documenti che
certificano l'avvenuta annunciazione
al Senato di 11 mie petizioni (dalla
704 alla 714, incluse), una delle
quali, la 707, inizia affrontando
la misura di cui ho detto sinora

link alla prova di presentazione mia petizione       clicca per ingrandire

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segue il link ad un ritaglio di
giornale da cui si evince che il
Primo Ministro per l'Innovazione
si ebbe solo nel 2001

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segue il link ad un articolo
pubblicato su La Nazione del
luglio 2001 che fa riferimento
all'Istituzione delle consulte
territoriali per opera della
legge Napolitano - Vinieri
numero 267 del 2000

segue il link alla mia prima pagina,
di 17, che documenta il mio deposito
al Comune della Spezia del testo
delle petizioni che inviai, di lì a
breve, al Senato della Repubblica

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segue il link ad un articolo di
giornale del maggio 2000 che
documenta come la prima Conferenza
Strategica della mia città si sarebbe
tenuta dal 22 al 24 giugno 2000

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segue il link ad una lettera della
amministrazione spezzina, da cui
risulta come il Piano Strategico,
che prevedeva al pari dei miei
precedenti suggerimenti la
possibilità di raccogliere
proposte dai cittadini, fu
avviato proprio nel 2000.

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seguono i links alle prime due pagine
della mia petizione 707, in cui
suggerivo l'introduzione degli
Uffici all'Innovazione

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segue il testo completo del progetto
che ho esaminato sinora, che era
il primo che ho trattato nella
mia petizione 707 (questa la
ragione per cui il testo inizia
con: La prima proposta ...)


La prima proposta origina dalla consapevolezza che per prendere in esame e trovare la soluzione a tutti i problemi concreti del quotidiano vivere non si possa certo delegare totalmente la loro risoluzione alle doti di empatia dei vari soggetti politici, che è bene ricordare per forza di cose spesso si trovano molto lontani fisicamente dagli stessi; allo stesso modo non è pensabile fare affidamento ai soli livelli più bassi della pubblica amministrazione che se è vero che sono quelli più a diretto contatto con il pubblico e i loro problemi, è anche vero, almeno dal mio punto di vista, che raramente fungono, come dovrebbero, da terminali in grado di recepire e riportare eventuali lamentele e suggerimenti.

Al fine, pertanto, di evitare anche che proposte molto interessanti giunte ad Enti e Istituzioni da parte dei cittadini vadano perse, inevase, o peggio ancora, sottratte da parte di qualcuno in modo poco corretto (causando magari un danno economico a quello che avrebbe potuto essere il loro legittimo titolare o alla nazione stessa) propongo l'istituzione di un nuovo tipo di Ufficio a livello Centrale (la cui sigla potrà essere esempio: Ufficio all'Innovazione) cui affidare i compiti indicati qui di seguito.

Scopo di questo Ufficio sarà, soprattutto, accogliere all'esame non solo i suggerimenti provenienti dalle persone alle dipendenze delle varie amministrazioni ma anche quelli presentati direttamente dalla cittadinanza, con la possibilità, qualora questi si dovessero rivelare troppi (e penso in tal caso anche ai comuni più grandi, tenuto conto della possibilità di introdurre questo ufficio anche a livello dei singoli Enti locali), di prevedere un'imposta a pagina presentata al fine di porre sia un limite all'invio di proposte, sia di finanziare il costo del servizio stesso, fissando l'importo ad un livello tale da raggiungere quantomeno un equilibrio dei costi.

L'imposta sopra detta, naturalmente, andrebbe restituita a quelle persone le cui proposte venissero adottate o a quelle i cui suggerimenti si rivelassero di particolare significatività, ancorchè inattuabili per svariati motivi; a favore di queste due categorie di persone, inoltre, si potrebbero prevedere, ad esempio, compensi in denaro tramutabili eventualmente e a richiesta in punti-concorso spendibili in sede di prove concorsuali (ciò secondo la filosofia in base alla quale almeno una parte dei funzionari andrebbe assunta, non tanto per quello che sanno ripetere a macchinetta in occasione dei concorsi, quanto piuttosto in base alla loro effettiva capacità/attitudine e soprattutto voglia, di affrontare in maniera più o meno brillante i problemi concreti che gli si dovessero presentare nel proseguo).

Per quanto riguarda in particolare il testo delle proposte, questo dovrebbe seguire preferibilmente schemi predefiniti; indicando, ad esempio, innanzi tutto, la soluzione proposta e, a seguire, le motivazioni alla sua base (e quindi gli eventuali inconvenienti della situazione pre-esistente), i vantaggi ottenibili dalla sua introduzione, le eventuali possibili fonti di finanziamento (nel caso le proposte presentassero dei costi), etc..

L'aspetto formale delle pagine presentate potrebbe ricalcare quello previsto per la presentazione di un brevetto, dove si richiede un numero massimo di righe per foglio, una distanza tra una riga e l'altra non inferiore ad una misura prestabilita, etc..

La trasmissione delle proposte all'Ufficio Centrale potrebbe avvenire attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno che segua, però, una metodologia in grado di certificare il testo di ciò che è stato spedito (ad esempio quella da me indicata in una proposta inviata al Ministero delle Poste, poi da questi veicolata alle Poste Italiane S.p.A.) (n.b. tra i documenti inviati non dovrà mancare ovviamente il tagliando attestante il pagamento delle imposte viste più sopra).

Ogni lettera ricevuta dall'Ufficio Innovazione dovrà riportare la firma di colui che l'avrà visionata, mentre per quanto riguarda gli esiti dell'esame delle varie proposte inoltrate, questi andranno pubblicati sulla G.U., per quelle inoltrate a livello centrale, all'albo pretorio dei rispettivi Enti, per quelle inoltrate a livello locale.

Per quanto riguarda infine il personale da adibire a tali uffici, le possibilità sono le seguenti:

a) utilizzare, almeno per una prima scrematura delle proposte, i dipendenti già in servizio presso le amministrazioni b) utilizzare, in alternativa o in contemporanea, nuovi assunti i cui costi, come visto, potranno trovare piena copertura in base al sistema di finanziamento indicato di un'imposta a pagina presentata.